News | Quanto leggono i nuovi italiani del post pandemia?

Quanto leggono i nuovi italiani del post pandemia?

Come è cambiato l'universo dei lettori negli ultimi tre anni in Italia?

La pandemia ha cambiato molti aspetti della vita di tante persone: si sono modificate le abitudini, le esigenze, i gusti e, in alcuni casi, persino i punti di vista. Una metamorfosi fisiologica di un evento epocale che non ha tralasciato certamente il popolo dei lettori. In occasione del Salone Internazionale del Libro che si è svolto a Torino dal 14 al 18 ottobre e a cui ha partecipato anche la holding Ebano tramite le due società Interlinea Edizioni e la BCorp CEF Publishing Spa, è stato presentato uno studio sulle tendenze dei lettori italiani degli ultimi tre anni che ha, pertanto, compreso anche tutta la fenomenologia del Covid19.

La ricerca “Leggere in pandemia #1 – Nuovi percorsi di lettura degli italiani” realizzata in collaborazione da Aie, l’Associazione Italiana Editori e Cepell, il Centro per il libro e la lettura e basata sui dati Pepe Research presentata al SALTO21, ha fotografato un’Italia divisa a metà. In particolare si evidenzia il Sud sempre meno avvezzo alla lettura, un Centro Italia che si colloca a metà strada e un Nord che fa registrare un’impennata. In generale, però, la percentuale è in diminuzione: nel 2019 si contava il 65% di lettori spalmati sull’intero territorio nazionale, nel 2020 la percentuale ha iniziato a diminuire scendendo al 59% e abbassandosi ancora al 56% nel 2021. Negli ultimi due anni sono stati utilizzati dei valori medi. Le donne si confermano lettrici più assidue degli uomini. I giovani di età compresa tra i quindici e i diciassette anni sono tra quelli che leggono di meno.

Il ritorno di storici appuntamenti del settore come il già citato e ben noto Salone Internazionale del Libro di Torino ma anche le imminenti manifestazioni come Book City di Milano (17-21 novembre) e Più Libri più Liberi di Roma (4-8 dicembre), a cui Ebano sarà presente con le sue società, fanno certamente ben sperare in una ripresa della normalità e, con essa, in una maggiore divulgazione della cultura libraria. Di fatto l’Italia non ha mai brillato per numero di lettori che è sempre stato esiguo in confronto, ad esempio, alla virtuosa Norvegia.

Le rassegne librarie italiane, alcune delle quali di respiro internazionale, restano pur sempre un volano per raggiungere nuovi orizzonti e possibili obbiettivi futuri come l’aumento del numero di lettori. In che modo si potrebbe dunque ottenere maggiore attenzione anche da parte di quelle fasce non abituate alla lettura? Un esempio tra tanti: l’utilizzo degli audio libri che per i più non sono paragonabili alla carta e all’esercizio di lettura ma che, spesso, si rivelano una interessante introduzione verso la scoperta di autori e di storie per quella fetta di utenza che non legge nessun libro.

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