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Italia digitale: l‘impennata del 2020

La pandemia ha accelerato un processo già in atto in un Paese in cui, oggi, le nuove tecnologie sono più sfruttate anche dagli "anta"

La pandemia da Covid 19 ha cambiato molte abitudini degli italiani che hanno adeguato le proprie necessità a nuove tecnologie, spesso accelerando un percorso già in essere che iniziava a registrare una certa crescita nel settore di competenza ma che ha visto una decisa impennata nel corso di tutto il 2020. L’e-commerce, ad esempio, è senza dubbio un fenomeno in espansione e, con esso, la logistica che ne deriva (basti pensare che solo per Poste Italiane il 2020 è stato l’anno dei record con 210 milioni di pacchi consegnati).

Che i vari lockdown non abbiano giovato all’economia mondiale è un dato oggettivo ma, guardando nello specifico determinate tendenze, questo mutamento, se pur forzato dalla contingenza, ha creato nuove strade che hanno permesso a molti stakeholder di offrire e di usufruire di beni e servizi in piena sicurezza prima di tutto in ambito B2C ma anche in quello B2B. E se il consumatore finale ha imparato a utilizzare la tecnologia in suo favore, non sono mancate innovative strade intraprese per il business che ha amplificato le opportunità valutando, in maniera più concreta, anche l’importanza della formazione continua interna – non in presenza – rivolta ai propri dipendenti. Ma parlando più nello specifico dell’e-commerce puro, è un dato di fatto che l’Italia della pandemia risulti caratterizzata da una forte spinta agli acquisti online che, tradotta in percentuale, corrisponderebbe a una stima del 24% in più rispetto al 2019 (dati emersi da una ricerca condotta da Filippo Dattola, Country Manager per l’Italia di idealo).

Le ragioni sono da ricondursi prevalentemente alla necessità di avere adeguate garanzie sanitarie e, in seconda battuta, a una certa convenienza data dalla competitività di un mercato decisamente più ampio. Nel 2020 c’è stato un importante incremento nell’utilizzo delle app anche per effettuare gli acquisti dal proprio smartphone. Un fenomeno che non riguarda solo i millennials ma anche coloro che, prima della pandemia, erano meno disinvolti nel destreggiarsi nel mondo digitale: risulta infatti che siano stati effettuati acquisti nella medesima percentuale sia da persone di fascia di età compresa tra i 24 e i 34 anni che di età compresa tra 55 e 64 anni. Più nello specifico dall’Indagine Digital 2021, pubblicata da We Are Social in collaborazione con Hootsuite è emerso che entrambe le fasce di consumatori analizzate abbiano compiuto almeno un acquisto on line in un lasso di tempo di trenta giorni. Sempre dallo stesso studio risulta che sono stati oltre cinquanta milioni gli italiani connessi a internet nel 2020, un milione in più rispetto al 2019. L’apparecchio più utilizzato è lo smartphone (in possesso del 97% dei navigatori della rete).

Naturalmente non è mancato l’uso dei social che, specie nel primo lockdown, sono stati per lungo tempo gli unici canali di collegamento con il resto degli internauti con 2 milioni di nuovi utenti (YouTube, WhatsApp e Facebook superano tutti l’80% di adozione, seguiti da Instagram e Messenger). Calcolando che gli acquisti sono facilitati anche dalla fruizione di queste piattaforme attraverso le campagne profilate per tipologia di utenza, c’è da auspicare un 2021 sempre più connesso a servizi utili all’intera società; società che evolve nel momento in cui coglie le potenzialità del cambiamento e riesce a mutare insieme ad esso trasformando la nuova era digitale in una vera e propria opportunità di crescita che non può prescindere, di riflesso, da know how e marketing innovativo.

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